sala di posa

Lo studio fotografico.

Mauro Caffieri Corsi

Studio fotografico

Studio fotografico Oggi parleremo del perché, affidarsi a uno studio fotografico che dispone dell’adeguata sala di posa con le attrezzature corrette, ha una sicurezza maggiore.
La sala posa o la sala di posa è l’unico luogo che permette al fotografo professionista di poter scattare delle foto a qualsiasi ora del giorno e qualsiasi sia la condizione atmosferica all’esterno dello studio fotografico. Inoltre la sala di posa permette al fotografo di eseguire le foto senza nessuna interruzione.
Prima di tutto dovete capire come funziona l’illuminazione perché tutto viene attivamente costruito, non dovete mai “modificare” gli oggetti, la luce, i soggetti o lo sfondo che avete a vostra disposizione. Il fotografo a cui ti affiderai stimolerà sempre la tua creatività, perché non si riprende mai la realtà delle cose, ma la si deve sempre costruire con estrema cura.
Puoi scegliere di avere uno sfondo estremamente pulito per fare in modo che ci sia così la completa attenzione sul soggetto.
Più la sala di posa è grande e meglio è, per diversi motivi. Se invece la sala posa è piccola, per fare sopratutto fotografie a figura intera, dovrete stare vicini ai vostri soggetti rischiando così di avere una deformazione prospettica. Inoltre, con poco spazio le luci saranno troppo vicine ai vostri soggetti e potrebbero crearsi delle estremamente buie e altre che sembreranno bruciate.
Spesso capita che un fotografo non professionale schiacci il suo soggetto, capita infatti spesso che il fotografo sia più alto del soggetto ripreso e che non trovi la posizione adatta per scattare le fotografie, un fotografo professionale invece, lavorerà sempre con l’obbiettivo parallelo al corpo del suo soggetto.

La prima cosa da sapere sulle luci è che essa può essere dura o morbida. In base alla luce che avremo si formeranno le ombre, che potrebbero presentarsi rispettivamente come ombre dure, quindi ombre in cui non si riesce a vedere alcun dettaglio come, facendo un esempio, in una giornata di sole senza nuvole; oppure può essere presente un’ombra morbida e molto soffusa, con delle ombre rispettivamente sfuocate e appena accennate.
La durezza della luce che avremo sarà dipendente solo dalla distanza in cui posizioniamo la nostra luce e dalla sua grandezza. Se disponete di un grande diffusore la vostra luce sarà morbida, se invece avete una luce più piccola e molto lontana la vostra luce si presenterà dura.
Un oggetto che potrebbe rendere più professionale il lavoro di un fotografo improvvisato è un esposimetro esterno per flash, esso permette di regolare il diaframma in macchina e di regolare le varie luci, in modo tale che abbiano un gradiente ben predefinito tra di loro. Ad esempio per bruciare lo sfondo senza che la nostra luce comprometta il soggetto scelto come se fosse posto controluce; in questo caso lo sfondo dovrebbe ricevere al massimo due stop dil luce in più.
Un fotografo professionista, quando deve scattare delle fotografie nella sala di posa, si occupa in ottimo modo di trovare la luce giusta per ottenere le ombre corrette; ed ecco uno dei tanti motivi per cui è più consigliabile e affidabile lasciarsi completamente alla professionalità di un vero fotografo.

Di solito un fotografo alla prime armi o improvvisato al momento usa il semplice flash della sua fotocamera, quando poi andrà a scattare il suo sfondo rimarrà scuro, in quanto la qualità del flash utilizzato è di estrema scarsità. Non volendosi arrendere andrà a prendere un flash più potente, ma anche in questo caso pure se il soggetto principale migliorerà, lo sfondo rimarrà sempre lo stesso. Spesso quando un fotografo improvvisato vuole creare delle fotografie “estreme” con una sola fonte di luce (ad esempio una sola candela accesa) si dovrà procurare un cavalletto, un’ottica super luminosa, una macchina fotografica che riesca ad alzare il suo livello degli ISO in modo tale da evitare che vengano fuori delle fotografia poco riuscite (mosse, sfocate del tutto); un fotografo professionista, invece, vi saprà garantire una foto ben uscita anche scegliendo di usare queste “condizioni estreme”.
Quindi anche in questo caso, come in tutti gli altri, il rivolgersi ad un fotografo professionista migliorerà sicuramente il risultato della tua fotografia.

Parlando di schemi di luce mi viene in mente la tridimensionalità.
La tridimensionalità massima della foto è data da una luce laterale, radente, con questa tipologia di luce si avrà un lato chiaro e un lato in ombra. Tutti i particolari verranno sottolineati da un’ombra nera, sopratutto se la luce che abbiamo è una luce dura. Questa “tecnica” non andrà bene se il nostro soggetto è una donna di una certa età, perché si evidenzieranno così le sue imperfezioni.
Dall’altro lato abbiamo la luce frontale, essa appiattisce la foto in quanto non crea proprio delle ombre, ma le dispone del tutto dietro il nostro soggetto e così facendo spariscono visivamente.
Se vogliamo schiarire un po’ le nostre ombre senza togliere troppa tridimensionalità possiamo disporre al lato opposto un’altra luce che però sarà più diffusa per non creare un’ombra doppia che risulterebbe innaturale.
Volendo, dietro al nostro soggetto, si possono aggiungere delle luci ulteriori. L’aggiunta delle luci dietro al soggetto “accende” i capelli e dà un effetto più bruciato.
Se il nostro sfondo è nero possiamo, a nostro piacimento, usare una parabola molto stretta che crea una macchia di luce sullo sfondo, quasi da creare un’aureola posta dietro al nostro soggetto. La luce crea un disegno grigio che si avvicina molto al bianco che, piano piano, va a sfumarsi.
Possiamo posizionare un’altra parabola dietro al soggetto, dal lato opposto della nostra luce principale. Eviteremo così che il lato con meno illuminazione sparisca nel buio, specialmente quando i nostri soggetti sono vestiti di scuro.
Un fotografo professionista avrà occhio per trovare la giusta tridimensionalità delle tue foto, cosa che, un fotografo improvvisato al momento molto spesso rischia di tralasciare rovinando così l’intera scena creata precedentemente.

Un fotografo professionista sa che, se sta realizzando un “book”, per ogni posa del soggetto dovrà comprendere una certa quantità di scatti. Tenendo sempre conto che ci sono varie tipologie di inquadratura, quindi: primo piano, mezzo busto, figura intera e tutte le altre inquadrature.